Perché abbiamo paura di investire?

Copertina dell'articolo. Include foto con un uomo che si copre il volto a simboleggiare la paura di investire.

Investire è una delle attività più importanti per costruire il proprio futuro finanziario, eppure per molti è fonte di ansia, indecisione e rinvio. Ma da dove nasce questa paura? E come possiamo superarla?

Troppe decisioni tutte insieme

Uno dei motivi principali per cui rimandiamo l’investimento è la sensazione di dover decidere tutto subito: quanto investire, dove, come, per quanto tempo, con quali strumenti. Questo sovraccarico decisionale può generare confusione e paralisi. In realtà, investire dovrebbe essere un processo graduale, che parte da una buona comprensione di sé e dei propri obiettivi, non da una corsa agli strumenti finanziari.

Focalizzarsi su ciò che non possiamo controllare

Un altro errore comune è concentrarsi su ciò che è fuori dal nostro controllo: i mercati, le mode finanziarie del momento, le previsioni economiche. Inseguire il “trend del momento” ci espone a maggiore volatilità e emotività, due nemici di un piano di investimento sano e sostenibile. Viviamo in una società liquida e veloce, spesso affetta da short-termismo, ma il mondo degli investimenti richiede l’opposto: pazienza, tenacia e costanza.


Cosa possiamo controllare davvero?

La buona notizia è che ci sono molte cose che possiamo controllare. E sono proprio queste che dovrebbero guidare le nostre scelte di investimento.

a) I nostri progetti personali

Negli investimenti vince chi raggiunge i propri obiettivi, non chi guadagna uno o due punti percentuali in più (ammesso ci riesca). Il denaro è uno strumento: serve a realizzare ciò che per noi è davvero importante. Un piano finanziario efficace parte da qui.

b) L’orizzonte temporale

Capire quando ci serviranno i soldi è fondamentale. L’orizzonte temporale ci aiuta a decidere in che proporzione inserire azioni, obbligazioni e materie prime nel portafoglio. Non è l’unico elemento, ma è uno dei più importanti per costruire una strategia coerente.

c) La tolleranza al rischio

La tolleranza al rischio è personale e si può allenare nel tempo. Si può iniziare con una quota minore di azionario e aumentarla gradualmente, man mano che si acquisisce maggiore confidenza con la volatilità. L’importante è non forzarsi in scelte che non si riescono a sostenere emotivamente.

d) La situazione finanziaria complessiva

Questo è un fattore oggettivo. Se abbiamo poche risorse, è prioritario lavorare sulla sicurezza e protezione, favorendo il risparmio e strumenti a minor rischio. Solo dopo si potrà pensare a investimenti più dinamici.

e) La diversificazione

La diversificazione è spesso definita come “l’unico pasto gratis della finanza”. Aiuta a mantenere il piano anche quando qualche strumento non performa bene. Funziona particolarmente con asset decorrelati, cioè che si comportano in modo diverso in scenari economici differenti.

f) I costi

I costi non devono mai essere sottovalutati. Incidono profondamente sulle performance nel lungo periodo. Secondo diverse statistiche, almeno la metà degli investitori italiani non conosce i costi dei prodotti finanziari che possiede. È importante puntare a strumenti con costi complessivi inferiori all’1%.

g) Un piano da seguire

Un piano non è una gabbia, ma una rotta da seguire. Serve a mantenere coerenza anche quando il contesto cambia. Aiuta a evitare scelte dettate dall’emotività e a mantenere un comportamento costante ed efficace. Il piano deve essere messo per iscritto, includendo tutti gli elementi precedenti: obiettivi, orizzonte temporale, rischio, situazione finanziaria, diversificazione e costi.


Conclusione: un piano personalizzato è la chiave

Investire può diventare semplice se si segue un processo strutturato e focalizzato su ciò che possiamo controllare. Ma soprattutto, deve basarsi su un piano personalizzato, che sentiamo davvero nostro. Solo così lo seguiremo con costanza, indipendentemente da ciò che accade nei mercati.

Un buon piano è come una bussola: ci guida sia in mare calmo che in mare burrascoso. E se non abbiamo le competenze per costruirlo da soli, possiamo affidarci a un consulente finanziario indipendente, che ci aiuti a definire una strategia su misura, trasparente e orientata ai nostri obiettivi.